Le PMI potranno emettere minibond attraverso il crowdfunding
Le PMI potranno emettere minibond anche attraverso i portali online dedicati al crowdfunding: questa la novità introdotta dalla Consob con la delibera n. 21110 del 2019. Ciò comporta un ampliamento delle fonti di finanziamento per le piccole medie imprese.La delibera in oggetto modifica il regolamento Consob n. 18592/2013 relativo alla raccolta di capitali di rischio tramite portali online (regolamento crowdfunding), estendendone l’ambito di applicazione e recependo le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2019 (l. n. 145/2018) in materia di gestione di crowdfunding e investimenti.
Cosa si intende per crowdfunding e quali i benefici?
“Il crowdfunding è un fenomeno nato in Australia e negli Stati Uniti, attraverso il quale il promotore di un’iniziativa a carattere economico, sociale, culturale o benefico richiede al pubblico indistinto (crowd), tramite un sito internet (il portale o piattaforma), somme di denaro, anche di modesta entità, per sostenere il progetto esposto (funding)”.
Attraverso questa attività per le PMI potranno si amplieranno le fonti di finanziamento i portali di crowdfunding potranno ora offrire non più solo titoli di capitale, come azioni o quote, ma anche obbligazioni e altri titoli di debito. Si tratta di un sostanziale passo avanti nella normativa che disciplina la raccolta diretta online dei capitali e può agevolare l’incontro tra PMI e investitori diretti, favorendo il finanziamento delle imprese. Gli investitori, attraverso il proprio intermediario, potranno accedere ai minibond quale forma di investimento alternativo, in presenza di adeguate cautele atte ad evitare misselling.
Consob ha individuato le categorie di investitori ) che potranno sottoscrivere le obbligazioni. Tre i gruppi. Possono accedere alle piattaforme i soggetti che:
– detengono un portafoglio finanziario , di almeno 250mila euro a coloro che detengono un portafoglio finanziario, inclusi i depositi di denaro, per un controvalore superiore a 250 mila euro.
– chi investe almeno 100mila euro
– a investitori retail, ovvero risparmiatori e investitori non professionali che necessitano di intermediari per gestire gli investimenti.
Le piattaforme su cui sono collocati questi titoli, inoltre, hanno la possibilità di istituire sui loro portali una bacheca elettronica in cui pubblicare annunci relativi alla compravendita di quegli strumenti, così che chi voglia vendere o comprare quei titoli o obbligazioni possa avere un’area specifica dedicata all’azienda. Le bacheche possono essere create soltanto dalle piattaforme autorizzate dalla Consob, possono pubblicare soltanto annunci di società che hanno raccolto fondi tramite la piattaforma che apre la bacheca e non possono adottare tecnologie in grado di proporre investimenti mirati e personalizzati per chi decide di investire.
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